Canone TV e dispositivi elettronici: quando l’obbligo riguarda più del solo televisore tradizionale

Canone TV e dispositivi elettronici: quando l’obbligo riguarda più del solo televisore tradizionale

Matteo Casini

Dicembre 16, 2025

Ogni anno, milioni di italiani si trovano davanti a una questione che spesso fa sorgere dubbi: il canone TV. Non si tratta semplicemente di accendere il televisore, ma di una presunzione piuttosto rigida legata al possesso di dispositivi in grado di ricevere il segnale televisivo. Cioè, se la utenza elettrica è intestata a una persona, questa viene considerata automaticamente proprietaria di un apparecchio idoneo alla ricezione, anche se non segue affatto i programmi tradizionali. Ecco perché tanti si confondono, pensando che il pagamento dipenda dall’uso effettivo del televisore.

C’è chi fa confusione anche riguardo il rapporto tra canone e tecnologia digitale. Il canone non dipende dalla connessione internet o dall’uso di piattaforme streaming, bensì dalla presenza di dispositivi con un sintonizzatore TV. Più semplicemente, non conta la possibilità di vedere video o immagini in generale, ma il fatto che il dispositivo sia tecnicamente capace di captare e decodificare il segnale televisivo terrestre o satellitare. Proprio per questo, chi non ha un televisore tradizionale ma possiede altri strumenti dotati di tale tecnologia deve comunque pagare il canone.

Il sintonizzatore e la definizione di apparecchio

Il cuore della normativa si concentra sul sintonizzatore TV, componente chiave da cui dipende l’obbligo fiscale. Qualsiasi dispositivo che lo includa viene considerato un «apparecchio» ai fini del canone, anche se non è il classico televisore. Ad esempio, computer con scheda TV o chiavette USB per la ricezione digitale rientrano in questa categoria. Decoder e videoregistratori con sintonizzatore, indipendentemente dal fatto che siano collegati o meno a un televisore, sono inclusi nel regime di pagamento.

Canone TV e dispositivi elettronici: quando l’obbligo riguarda più del solo televisore tradizionale
Mano che impugna un telecomando; un televisore sfocato in sottofondo, sullo schermo una distesa verde. – warnervillage.it

La connessione internet o l’uso di piattaforme di streaming non comportano il pagamento del canone. Tablet, smartphone e PC senza sintonizzatore TV sono esentati. È un dettaglio che spesso sfugge, soprattutto in città dove i servizi on demand hanno quasi sostituito la televisione tradizionale, causando confusione tra gli utenti. Dalle parti di Milano, per esempio, si nota bene questo cambiamento nelle abitudini di consumo audiovisivo.

Come gestire l’esenzione e le dichiarazioni di non detenzione

Chi non possiede apparecchi con sintonizzatore TV può evitare il pagamento presentando una dichiarazione sostitutiva di non detenzione. Se la fornitura di energia elettrica è intestata a qualcuno che però non ha dispositivi tassabili, è possibile notificare ufficialmente questa condizione, evitando così errori o sanzioni. Attenzione al termine per l’invio del modulo: deve arrivare entro il 31 gennaio di ogni anno per coprire l’intero periodo annuale. Se invece il documento viene spedito in ritardo, l’esenzione si applicherà solo all’anno successivo.

Tenere sotto controllo le apparecchiature possedute – e verificare se includono il sintonizzatore – aiuta a non incorrere in pagamenti errati. La normativa, per quanto chiara, si intreccia con la continua evoluzione tecnologica, che spesso rende difficile capire se si è soggetti o meno all’obbligo. Ecco perché un’informazione trasparente e puntuale resta indispensabile per orientarsi senza sbagliare.

Presunzione di detenzione e confusione tra gli utenti

Il punto è semplice: il canone TV si lega quasi sempre alla fornitura elettrica intestata, non al fatto che si possieda o si usi un televisore tradizionale. Da qui nasce tanta incertezza tra i cittadini, che spesso non sanno bene se devono pagare o se hanno diritto all’esenzione. Questa presunzione, fondata solo sull’attivazione della corrente, facilita la riscossione ma genera anche confusione e disinformazione. Le istituzioni e gli utenti si trovano davanti a un sistema che fatica ad adattarsi alle abitudini di consumo mediatiche in continuo cambiamento.

Non sorprende quindi l’alto numero di richieste di chiarimenti e assistenza, a dimostrazione di quanto serva una comunicazione più chiara e un’informazione precisa. La normativa resta valida, ma il suo corretto utilizzo passa dalla capacità dei cittadini di capire quali dispositivi siano soggetti al canone. Insomma, solo con dati chiari si evitano errori e pagamenti errati in un settore che cambia spesso.